Sutri e Dintorni

PRINCIPALI DISTANZE

A 100 metri da NERONE B&B potete visitare la Cattedrale -  a 200 metri da casa si trova la piazza del Comune -  a 5 minuti di cammino troverete l'Anfiteatro Romano - una Villa Medievale con giardino all'italiana - le rovine della casa di Carlo Magno (che si dice sostò a Sutri - vedi più avanti), ed un tratto della Via Francigena - a 15 minuti di auto c'è il Lago di Vico, di origine vulcanica e riserva WWF (no barche a motore), perfetto per il relax - tutto attorno a Sutri ci sono numerosi borghi medievali e Chiese e Santuari - sia Roma che Viterbo distano 30 minuti circa, in auto o con i pullmans della soc. COTRAL (fermata a 100 metri da casa) che passano più volte al giorno sino a sera tardi - da casa in 30 minuti di auto potete essere in centro a Roma , o a Viterbo , o in una delle città d'arte della Tuscia che sono tutto attorno.

17 GENNAIO  - FESTA DI SANT'ANTONIO ABATE PROTETTORE DEGLI ANIMALI

Sant'Antonio divenne eremita a soli diciotto anni, dopo aver distribuito ai poveri l’eredità ricevuta dai genitori defunti e dopo aver collocato la propria sorellina, senza chiederle se fosse d’accordo, presso una comunità di donne vergini, votate alla preghiera. Durante quel suo volontario esilio dai piaceri e dai problemi terreni, venne tentato più volte dal Demonio (che si rivelava come una procace fanciulla - in vesti discinte - all'Antonio giovane e prestante; oppure come una bestia mansueta o feroce, all'Antonio in avanti con gli anni); seppe resistere sempre.

Fu molto stimato dai contemporanei ed il suo carisma risultò determinante nella lotta contro gli eretici "Ariani": più volte si vide costretto a sospendere le meditazioni per rientrare ad Alessandria. In quelle occasioni, raccolse diversi consensi e si ritrovò sempre più circondato da seguaci che lo costrinsero a dettare la prima regola monastica: è inserita in quelle sette lettere in lingua copta, che Antonio scrisse, impiegando quasi cinquant'anni.

Visse a lungo, sembra 110 anni. Nell'anno Mille le sue ossa vennero portate in Francia dai Crociati che divulgarono al sua fama di Santo Taumaturgo; l'espressione del Culto a Sant'Antonio fu esplosiva ed in breve contagiò tutto l'Occidente. Il Santo con la barba bianca, il bastone a T, la campanella e gli animali al seguito, divenne il simbolo della vita contadina; ancora oggi, ovunque si faccia agricoltura, si venera Sant’Antonio. Festeggiamenti e riti si accompagnano in onore di Sant'Antonio Abate il 17 gennaio di ogni anno.

Il più spettacolare degli appuntamenti è senza dubbio quello della sfilata delle due "Cavallerie" della città, confraternite di congregazioni laiche d'origine contadina, ciascuna con il proprio stendardo raffigurante il Santo, stendardo che durante l'anno viene custodito nella casa di un appartenente alla congregazione. Nel giorno della festa lo stendardo viene portato, con una sfilata di cavalli riccamente bardati, sino in piazza dove avviene la benedizione e da qui condotto nella casa di un "Festarolo" eletto ognuno nell'ambito della propria Cavalleria. Lo stendardo viene collocato su di un vero e proprio altare allestito all'interno della stanza più importante della casa che nel giorno della festa e nella settimana successiva rimarrà aperta a chiunque voglia far visita per una sosta di preghiera, allietata dall'offerta di biscotti ciambelle ed un immancabile bicchiere di vino. Da quasi un secolo ormai le sfilate sono doppie, perché due sono le congregazioni che si contendono il privilegio di onorare il Santo: la "Vecchia" e la "Nuova" cavalleria senza dubbio questa sana rivalità, oltre ad una sentita devozione per il Santo, ha contribuito a fare della festa di S. Antonio Abate una delle più importanti del paese. La Domenica immediatamente successiva al giorno della festa i rappresentanti delle due cavallerie si contendono un Palio dipinto in una gara di abilità equestre chiamata "Corsa della Stella" ed è in questa occasione che messi da parte i buoni propositi religiosi la "sana" rivalità delle due fazioni esprime il meglio di se.

 

 

IL CARNEVALE DI SUTRI

Riesce difficile descrivere quella che è forse la più entusiasmante, vera e travolgente festa sutrina. L'atmosfera paesana si fa euforica e "godereccia" e si accende di toni indescrivibili e frenetici in cui si fondono mirabilmente lo spirito gioioso della popolazione e il rivivere di secolari tradizioni. Per cinque giorni, si alternano sfilate, giochi e balli di piazza oltre a mascherate e veglioni fino alla conclusione dei festeggiamenti, la sera del martedì grasso con lo straordinario spettacolo della cremazione di Re Carnevale. Un lunghissimo corteo di maschere e folla urlante accompagna Re Carnevale disteso su di un allegro catafalco nell'ultimo viaggio che si conclude in piazza del Comune, dove viene bruciato. Attorno al falò la folla si lascia andare a balli frenetici al suono di una musica ipnotica e scatenata. Si rinnova così la tradizione di antica origine per cui la povera gente, al riparo di maschere e sull'onda dei festeggiamenti, poteva almeno un giorno l'anno, farsi beffa dei potenti esorcizzando così la propria condizione.

 

PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI E INFIORATA

Il "Corpus Domini" (espressione latina che significa "Corpo del Signore"), più propriamente Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Sollemnitas Ss.mi Corporis et Sanguinis Christi), o, nella forma straordinaria del rito romano, Festum Ss.mi Corporis Christi, è una delle principali solennità dell'anno liturgico della Chiesa cattolica.

La solennità nacque nel 1247 nella diocesi di Liegi, in Belgio, per celebrare la reale presenza di Cristo nell'eucarestia in reazione alle tesi di Berengario di Tours, secondo il quale la presenza di Cristo non era reale, ma solo simbolica. Si celebra due settimane dopo la Pentecoste, e precisamente il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità oppure, come in Italia, la domenica successiva.

Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa nella Cena del Signore (Messa in Cena Domini) del Giovedì santo. La solennità cristiana universale fu istituita ad Orvieto da papa Urbano IV, con la bolla Transiturus dell'11 agosto 1264.  La Processione porta un baldacchino contenente un ostensorio con un'ostia consacrata. L'Infiorata del Corpus Domini a Sutri è divenuta ormai una tradizione importante e conosciuta.

Si svolge la domenica successiva al giovedì di riferimento (vedi date più sotto).

Il percorso della Processione viene decorato con uno stupendo e colorato tappeto di fiori che si snoda alternando quadri sacri e composizioni geometriche. La solenne Processione percorre le vie del centro storico della città sopra un ininterrotto tappeto composto da petali di fiori disposti secondo disegni che vengono preparati con cura dagli abitanti stessi i quali trascorrono i mesi precedenti all'evento, intenti nella raccolta e nella preparazione dei petali e del fogliame occorrenti per la realizzazione dell'Infiorata.

* La data varia di anno in anno a seconda della data della S. Pasqua, ed è sempre la domenica; queste le prossime:

Corpus Domini 2016 = 26 Maggio -> Processione e Infiorata il 29
Corpus Domini 2017 = 15 Giugno -> Processione e Infiorata il 18
Corpus Domini 2018 = 31 Maggio -> Processione e Infiorata il 03 Giugno
Corpus Domini 2019 = 20 Giugno -> Processione e Infiorata il 23
Corpus Domini 2020 = 11 Giugno -> Processione e Infiorata il 14
Corpus Domini 2021 = 03 Giugno -> Processione e Infiorata il 06
Corpus Domini 2022 = 16 Giugno -> Processione e Infiorata il 19
Corpus Domini 2023 = 08 Giugno -> Processione e Infiorata il 11
Corpus Domini 2024 = 30 Maggio -> Processione e Infiorata il 02 Giugno
Corpus Domini 2025 = 19 Giugno -> Processione e Infiorata il 22
Corpus Domini 2026 = 04 Giugno -> Processione e Infiorata il 07 Giugno

FESTA DI SANTA DOLCISSIMA

Santa Dolcissima è la patrona di Sutri che ne festeggia solennemente il 16 Settembre il dies natalis (giorno della morte e nascita alla vita celeste). L'iscrizione marmorea in latino murata nella cappella della Santa ci dice che Dolcissima era una vergine che per la sua fede in Dio odiò il mondo e venne martirizzata (incisione della palma del martirio).Il giorno natale di questa vergine si celebra il XVI prima delle calende di Ottobre. La liturgia identifica Dolcissima come vergine sutrina del III secolo, Martire della Fede.

I festeggiamenti che Sutri tributa alla sua Santa Patrona si svolgono, ogni anno, dal 15 al 17 settembre. In questi giorni la città le dedica manifestazioni popolari e religiose che culminano con la processione per le vie del centro storico, con il trasporto della statua della Santa da parte del sodalizio dei portatori di Santa Dolcissima a cui partecipano le antiche confraternite del Santissimo Sacramento - Santa Croce e del Santissimo Nome di Maria. Al termine della processione la statua viene posta in un vano ricavato nel primo altare della navata destra della Cattedrale e coperta da una tela del pittore Heinrich Schmidt. I festeggiamenti hanno il loro culmine la sera del 16 settembre di ogni anno quando, alla solenne processione, partecipano le antiche confraternite del Santissimo Sacramento - Santa Croce, del Santissimo Nome di Maria e tutto il popolo Sutrino: il simulacro della Santa viene portato per le vie della città tra composte e devote ali di folla.

La raffigurazione di S. Dolcissima, in legno e argento, di acceso barocco, è attribuita alla Scuola del Bernini; la fattura è pregevolissima e lo sguardo e il movimento sono d'incanto, anche per le persone non propriamente devote o religiose. Alla fine dei festeggiamenti la statua di Santa Dolcissima viene posta in un vano ricavato nel primo altare della navata destra della Cattedrale e coperta da una tela del pittore inglese Heinrich Schmidt eseguita nel 1792, che funge da paramento e chiusura alla nicchia della statua; la santa è raffigurata con una palma in mano ed ha per lo sfondo il panorama di Sutri visto da Sud-Ovest, dove è evidenziato l'edificio della Cattedrale sovrastato dall'imponente campanile. Altra bellissima immagine di S. Dolcissima è in un affresco della volta della navata centrale, sempre nella Cattedrale, del pittore Luigi Fontana che tra il 1892 e il 1894 affrescò la volta della navata centrale, la volta sopra l'altare maggiore, e le pareti dell'abside; in questo quadro è raffigurata la gloria della Santa attorniata da angeli con giglio, palma e corona, tutti simboli del martirio. Oltre queste opere esiste un'altra importante raffigurazione della Santa, in un affresco risalente al XIV secolo presente all'interno della Chiesa di S. Maria del Parto: questa carenza di immagini, contribuisce a stendere un velo di indeterminatezza e di "mistero" sulle origini e la storia del culto di S. Dolcissima nella città di Sutri. La devozione dei Sutrini per la Santa Patrona è tuttavia molto radicata e viva, documentata dalla presenza in numerose abitazioni di quadri in bassorilievo dorati raffiguranti la Santa e dai numerosissimi ex-voto presenti all'interno della Cappella nella Cattedrale.

I festeggiamenti si chiudono sempre con una magnifico spettacolo pirotecnico godibile al meglio all'interno dell'arena dell'Antico Anfiteatro di Sutri, per l'occasione illuminato a fiaccole romane.

LA PASSIONE DI GESÙ

C'è, fin dal mattino, una strana atmosfera, il Mercoledì Santo, a Sutri. E' come se la città si stesse lentamente trasformando nella Gerusalemme di duemila anni fa e vivesse nell'attesa di qualcosa di ineluttabile che deve accadere. Poi, la sera,mentre le luci si accendono, sembra che una invisibile nebbia cali sulla città a rendere ovattato ogni altro rumore oltre quello del passo dei soldati romani che trascinano il Cristo sul palco,dove, dopo essere stato incatenato ad una colonna, subisce una realistica quanto violenta la flagellazione. Poi, dopo le accuse dei sacerdoti, la liberazione di Barabba e la condanna da parte di Pilato, Gesù, incoronato di spine e caricato della croce, inizia, preceduto dai due ladroni, il suo doloroso cammino. Lo spettatore si sente talmente preso e avvolto da quella commossa atmosfera, da sentirsi quasi testimone dei drammatici episodi avvenuti duemila anni fa ed a cui sta assistendo, in un tempo che sembra irreale, scandito dal rumore martellante della croce trascinata sul selciato da un dolente Cristo.

Si può così assistere, in emozionante sequenza, allo struggente incontro con la Madre, all'aiuto del Cireneo, al pietoso gesto della Veronica e dal pianto delle pie donne. Poi, in un crescendo di pathos, avviene la drammatica crocifissione, che le luci, i fumi ed una efficace colonna sonora, rendono altamente spettacolare. Ma la commozione, raggiunge il suo culmine, quando, mentre nell'aria risuonano le parole delle “Beatitudini” e del "Padre Nostro", Gesù, deposto dalla croce, viene adagiato tra le braccia di Maria, dando vita al finale quadro della “Pietà”

 

SAGRA DEL FAGIOLO

La leggenda vuole che il modesto fagiolo di Sutri riuscì ad alleviare i dolori di un attacco di gotta di Carlo Magno. È una delle più importanti manifestazioni in calendario, nata per promuovere il prodotto tipico locale per eccellenza; la festa si ripete i primi due week end di settembre per festeggiare lo squisito prodotto sutrino. Sfilate allegoriche, balli, gare di ogni genere e buona musica accompagnano la distribuzione di quintali e quintali di fagioli cucinati all'aperto e serviti in caratteristiche ciotole di terracotta. (Festa programmata per la fine di Agosto/primi di Settembre)

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